giovedì 24 aprile 2014

Breve storia

V secolo d.C. : Soleto entra a far parte della sfera politica di Bisanzio (oggi Istanbul). Ha inizio una progressiva grecizzazione della comunità soletana, che riguarderà tutte le dimensioni della sua vita sociale, da quella economica a quella culturale, da quella religiosa a quella linguistica.
Secondo Vittorio Zacchino Soleto " in questo periodo venne probabilmente elevata a sede episcopale ed ebbe quel vescovo greco o archimandrita cui accenna una vaga e non documentata tradizione ".

XI secolo d.C. : Si afferma il rito greco e la parlata romanica

XII secolo d.C. : Gli Angioini la scelgono a capo dell'omonima contea con giurisdizione su Galatina, Zollino, Sternatia, Aradeo, Cutrofiano, Sogliano.

XIII secolo d.C. : Carlo I d'Angiò nomina Conte di Soleto Dionigi di Castro (1270)
Qualche anno dopo il feudo di Galatina e quello di Soleto risultano in possesso di Azzolino de Tuzziaco, ammiraglio del regno e consanguineo del Re; alla morte di Azzolino la Regia curia vi fa eseguire accertamenti per determinarne il reddito annuo e la consistenza demografica. Nel 1273 ne concede investitura a Filippo de Tuzziaco cui subentra, nel 1277 il figlio Garzone.

XIV secolo d.C. : Soleto fu sotto la Signoria politica prima dei Del Balzo con Ugo e Raimondo, e, poi, gli Orsini con Niccolò, conte di Nola, al quale lo zio Raimondo Del Balzo raccomanda di donare la contea di Soleto al secondogenito Raimondo col patto di aggiungere il cognome Del Balzo al proprio. Ma come il conte di Nola venne meno alla promessa per favorire il primogenito Roberto, l'ambizioso Raimondo - impropriamente ribattezzato Raimondello - abbandonò penati ed affetti e si buttò nelle avventure militari.
Dopo una vittoriosa guerra in difesa del Santo Sepolcro Raimondello occupò la contea di Soleto. 

XV secolo d.C. : muore Raimondello e gli succede la vedova consorte Maria d'Enghien. Alla sua morte i domini della madre venivano ereditati dal figlio primogenito Giovanni Antonio. Dopo che questi fu ucciso dai sicari del re Ferrante d'Aragona, questi fece sue le ricchezze degli Orsini compresa la contea soletina. Soleto subisce le incursioni e le devastazioni dei Turchi acquartierati in Otranto. Inizia la sua definitiva decadenza ( 'parvum oppidum' afferma il Galateo ).

1479 : viene sottomessa ai Campofregoso.

1485 : viene sottomessa ai Castrista-Scanderberg

1539-1606 : è posseduta dai Sanseverino
Filippo III la cedette per 102.000 ducati a Giovan Vincenzo Carafa il quale la rivendette nel 1615, rimettendoci diecimila ducati, al genovese Giovan Battista Spinelli.
Da uno speculatore all'altro la misera cittadina mutò padrone di frequente fino al 1806, allorché la legge sull'abolizione del feudalesimo, promulgata da re Giuseppe Bonaparte, la emancipoò dal giogo dei Gallarati -Scotti.

XVI secolo d.C. : Amministrazione spagnola sul regno di Napoli. L'insostenibile pressione fiscale ridusse alla fame università e cittadini della Terra d'Otranto.

1569 : visita dei feudatari Bernardino Sanseverino e Donna Isabella della Rovere ai quali viene dedicato un "castello di fuochi artificiali bellissimo"

1571 : feroce pestilenza
 
1572 : Inquisizione per eresia dell'arcidiacono.

XVIII secolo d.C. :penetrazione dell'illuminismo riformatore napoletano

1799 : la ventata giacobina sollevata dalla proclamazione della repubblica napoletana investì Soleto. Il 10 febbraio dello stesso anno viene piantato in piazza l'albero della libertà, simbolo repubblicano ad iniziativa del sindaco Marcello Greco, di Carlo Sergio e di Pietro Viva. La popolazione vi intervenne con coppole rosse, bandiere e coccarde tricolori cantando inni di libertà con accompagnamento di tamburi e violini.
Successivamente vi fu la restaurazione borbonica e la reazione sanfedista che inquisì i responsabili e gettò in carcere il povero Sambati, colui che, insieme a Ignazio e Ferdinando Greco, Giuseppe Saverio Guglielmi, aveva piantato l'albero della libertà.
 
1820 : Prima di questa data a Soleto si era affermata la Carboneria con l'attivissima 'vendita' denominata "Sole Rallegrato" cui aderirono i Grandi maestri Giuseppe Attanasi e Luigi Orsini e, inoltre, Bonaventura Sergio, Salvatore Bancarella, Alessandro, Felice e Francesco Manca, Giovanni Romano, Carlo e Donato Mangione, Bonaventura Nuzzaci, Luigi Renna, Giuseppe Ripa, Giuseppe Salvatori, Domenico Scarpa, Ottavio Serra, Francesco Valente, Ignazio Sergio.
Alcuni di questi carbonari combatterono tra i legionari del generale Guglielmo Pepe per difendere la Costituzione, ma subirono le feroci repressioni borboniche, l'epurazione o la destituzione dagli impieghi.

Nonostante il silenzio delle carte si ha ragione di supporre che l'ansia libertaria dei soletini non sia scemata fino al conseguimento dell'unità e che pure la piccola Soleto abbia offerto un sincero contributo alla grande causa italiana.




Le notizie di questo post sono state estratte dal Volume
"SOLETO - PAESI E FIGURE DEL VECCHIO SALENTO"
a cura di Aldo de Bernart - Volume secondo - di VITTORIO ZACCHINO E MICHEL BERGER - CONGEDO EDITORE - Pubblicazione della BANCA POPOLARE DI PARABITA ( oggi BANCA POPOLARE PUGLIESE )

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