giovedì 24 aprile 2014

Soleto: Cenni alla leggenda



Dalla leggenda...
...decise di costruire il monumento in una notte di tempesta. Evocato dal regno delle tenebre con artifici diabolici un esercito di streghe, di demoni e di altri spiriti infernali, egli ordinò loro di erigere, entro la notte stessa, un magnifico e monumentale campanile. " Badate bene " ammonì…. "dovete compierlo prima che sorga l'alba; non solo, ma dovrà essere un'opera mirabile, un lavoro così fine e prezioso da stupire il mondo intero".

Subito la diabolica schiera si mise a lavorare al lume delle torce e per ore e ore fu un andirivieni incessante per l'aria, accompagnato da rauchi richiami, di urla, da sghignazzate, da fischi e da strepiti che creavano una confusione indescrivibile.

Tutto quel pandemonio, com'era stabilito, cessò d'incanto al canto del gallo. Ma se diavoli e streghe furono pronti a scomparire allo spuntare del giorno, non altrettanto svelti furono alcuni demonietti che avevano prestato la loro opera in qualità di aiutanti.

In quel momento, essi si trovarono sulla cima del campanile, ai quatto angoli, e furono colti di sorpresa. Invano, appena s'accorsero che gli altri spiriti infernali s'inabissavano, tentarono, anch'essi, di seguirli. Ormai il sortilegio era cessato e così essi dovettero restarsene lassù, trasformati in pietra, a completare con le loro figure la decorazione del campanile...

 
Tratto da "Restauri Satanici" di Toni RIZZO
"La leggenda, la storia, il progetto di restauro e gli ultimi interventi di consolidamento chimico raccontati da un architetto che ha affrontato il problema della salvaguardia del Campanile di Soleto"

Breve storia

V secolo d.C. : Soleto entra a far parte della sfera politica di Bisanzio (oggi Istanbul). Ha inizio una progressiva grecizzazione della comunità soletana, che riguarderà tutte le dimensioni della sua vita sociale, da quella economica a quella culturale, da quella religiosa a quella linguistica.
Secondo Vittorio Zacchino Soleto " in questo periodo venne probabilmente elevata a sede episcopale ed ebbe quel vescovo greco o archimandrita cui accenna una vaga e non documentata tradizione ".

XI secolo d.C. : Si afferma il rito greco e la parlata romanica

XII secolo d.C. : Gli Angioini la scelgono a capo dell'omonima contea con giurisdizione su Galatina, Zollino, Sternatia, Aradeo, Cutrofiano, Sogliano.

XIII secolo d.C. : Carlo I d'Angiò nomina Conte di Soleto Dionigi di Castro (1270)
Qualche anno dopo il feudo di Galatina e quello di Soleto risultano in possesso di Azzolino de Tuzziaco, ammiraglio del regno e consanguineo del Re; alla morte di Azzolino la Regia curia vi fa eseguire accertamenti per determinarne il reddito annuo e la consistenza demografica. Nel 1273 ne concede investitura a Filippo de Tuzziaco cui subentra, nel 1277 il figlio Garzone.

XIV secolo d.C. : Soleto fu sotto la Signoria politica prima dei Del Balzo con Ugo e Raimondo, e, poi, gli Orsini con Niccolò, conte di Nola, al quale lo zio Raimondo Del Balzo raccomanda di donare la contea di Soleto al secondogenito Raimondo col patto di aggiungere il cognome Del Balzo al proprio. Ma come il conte di Nola venne meno alla promessa per favorire il primogenito Roberto, l'ambizioso Raimondo - impropriamente ribattezzato Raimondello - abbandonò penati ed affetti e si buttò nelle avventure militari.
Dopo una vittoriosa guerra in difesa del Santo Sepolcro Raimondello occupò la contea di Soleto. 

XV secolo d.C. : muore Raimondello e gli succede la vedova consorte Maria d'Enghien. Alla sua morte i domini della madre venivano ereditati dal figlio primogenito Giovanni Antonio. Dopo che questi fu ucciso dai sicari del re Ferrante d'Aragona, questi fece sue le ricchezze degli Orsini compresa la contea soletina. Soleto subisce le incursioni e le devastazioni dei Turchi acquartierati in Otranto. Inizia la sua definitiva decadenza ( 'parvum oppidum' afferma il Galateo ).

1479 : viene sottomessa ai Campofregoso.

1485 : viene sottomessa ai Castrista-Scanderberg

1539-1606 : è posseduta dai Sanseverino
Filippo III la cedette per 102.000 ducati a Giovan Vincenzo Carafa il quale la rivendette nel 1615, rimettendoci diecimila ducati, al genovese Giovan Battista Spinelli.
Da uno speculatore all'altro la misera cittadina mutò padrone di frequente fino al 1806, allorché la legge sull'abolizione del feudalesimo, promulgata da re Giuseppe Bonaparte, la emancipoò dal giogo dei Gallarati -Scotti.

XVI secolo d.C. : Amministrazione spagnola sul regno di Napoli. L'insostenibile pressione fiscale ridusse alla fame università e cittadini della Terra d'Otranto.

1569 : visita dei feudatari Bernardino Sanseverino e Donna Isabella della Rovere ai quali viene dedicato un "castello di fuochi artificiali bellissimo"

1571 : feroce pestilenza
 
1572 : Inquisizione per eresia dell'arcidiacono.

XVIII secolo d.C. :penetrazione dell'illuminismo riformatore napoletano

1799 : la ventata giacobina sollevata dalla proclamazione della repubblica napoletana investì Soleto. Il 10 febbraio dello stesso anno viene piantato in piazza l'albero della libertà, simbolo repubblicano ad iniziativa del sindaco Marcello Greco, di Carlo Sergio e di Pietro Viva. La popolazione vi intervenne con coppole rosse, bandiere e coccarde tricolori cantando inni di libertà con accompagnamento di tamburi e violini.
Successivamente vi fu la restaurazione borbonica e la reazione sanfedista che inquisì i responsabili e gettò in carcere il povero Sambati, colui che, insieme a Ignazio e Ferdinando Greco, Giuseppe Saverio Guglielmi, aveva piantato l'albero della libertà.
 
1820 : Prima di questa data a Soleto si era affermata la Carboneria con l'attivissima 'vendita' denominata "Sole Rallegrato" cui aderirono i Grandi maestri Giuseppe Attanasi e Luigi Orsini e, inoltre, Bonaventura Sergio, Salvatore Bancarella, Alessandro, Felice e Francesco Manca, Giovanni Romano, Carlo e Donato Mangione, Bonaventura Nuzzaci, Luigi Renna, Giuseppe Ripa, Giuseppe Salvatori, Domenico Scarpa, Ottavio Serra, Francesco Valente, Ignazio Sergio.
Alcuni di questi carbonari combatterono tra i legionari del generale Guglielmo Pepe per difendere la Costituzione, ma subirono le feroci repressioni borboniche, l'epurazione o la destituzione dagli impieghi.

Nonostante il silenzio delle carte si ha ragione di supporre che l'ansia libertaria dei soletini non sia scemata fino al conseguimento dell'unità e che pure la piccola Soleto abbia offerto un sincero contributo alla grande causa italiana.




Le notizie di questo post sono state estratte dal Volume
"SOLETO - PAESI E FIGURE DEL VECCHIO SALENTO"
a cura di Aldo de Bernart - Volume secondo - di VITTORIO ZACCHINO E MICHEL BERGER - CONGEDO EDITORE - Pubblicazione della BANCA POPOLARE DI PARABITA ( oggi BANCA POPOLARE PUGLIESE )

Il nome - Origine



Secondo alcuni storici il nome potrebbe derivare dal latino " Sallentia " oppure dal latino "Soletum". Tale ipotesi, tuttavia, viene contestata in quanto non esistono riscontri topografici attendibili. 



Soleto fu un ragguardevole nodo viario già in epoca messapica, che metteva in comunicazione i più importanti centri messapici ed incrociava una "via trasversale" che collegava il porto di Roca con Vereto e con il porto Nauna (l'attuale S. Maria al Bagno). 

Recenti indagini archeologiche vanno restituendo tracce di un possente circuito murario di tipo messapico. Inoltre nelle campagne intorno a Soleto si incontrano innumerevoli avanzi di terracotta grossolana, di stoviglie smaltate, di sepolcri sempre messapici.
Quindi è molto probabile che Soleto avesse al tempo officine di arte ceramica, come può provare la grande vicinanza ai bacini di argilla che anche oggi alimentano la piccola industria nel vicino paese di Cutrofiano.


Infine è stata ritrovata anche una tomba coperta da tre intavolature di pietra, in cui, accanto ad uno scheletro, furono raccolte due monete messapiche.

Posizione Geografica


cartina


Centro in provincia di Lecce, 21 Km SSE del capoluogo, a 90 metri sul livello del mare, nel centro del salento meridionale.

Comune di circa 5.000 abitanti, con una economia basata prevalentemente sulla produzione di olive, uva, ortaggi, frutta e tabacco.

Il centro dell'abitato è formato dal nucleo più antico, intersecato da vie strettissime e ortogonali.

La parte nuova si estende all'esterno della via della circonvallazione che segue il perimetro quasi rettangolare delle antiche mura, delle quali resta qualche avanzo sul lato settentrionale.